Ingredienti per fare un triathlon EXTREME (E uscirne vivi !!!)

  1. Leggerezza
  2. Semplicità
  3. Curiosità
  4. Resilienza
  5. Se poi avete un po’ di Fede  è ciò che aiuta ad amalgamare tutto!

E’ un paradosso ma in effetti, l’ultima cosa che mi viene in mente ripensando allo “STONE BRIXIAMAN EXTREME TRIATHLON 2019” è l’ingrediente “resistenza organica” comunque necessario per fare quasi 18 ore di gara.

Più le cose sono difficili da portare a termine più è necessario essere allenati da un punto di vista dello spirito: per la lunghezza - 3,8 km di nuoto - 175 Km in bicicletta - 40 km di corsa, l’altimetria - quasi 7000 metri di dislivello, gli imprevisti - come quando al Passo del Tonale è arrivato il temporale che ha fatto crollare la temperatura dai 35° ai 5° e, iniziando a “barbellare”, mentre mancava ancora l’ultima ascesa al “Paradiso”, ho dovuto scegliere se imprecare o, come suggerito dal mio supporter-genero, pensare “ne hai di peccati da espiare” aprendo cosi uno sguardo diverso su ciò che stava accadendo.

Vero è che consiglio vivamente, anche a quelli attrezzati da un punto di vista mentale e dello spirito, di arrivare ad un appuntamento così dopo parecchi anni in cui, in tutte le salse possibili ed immaginabili, si è fatto crescere quello che io amo chiamare “il cuscino aerobico” sul quale appoggiarsi comodamente mentre si sta faticando. L’abitudine quotidiana ad usare questo geniale motore che abbiamo in dotazione, anche in orari improbabili (la frazione di nuoto, a chi gli fosse sfuggito , inizia alle h 4,00 del mattino attraversando il lago d’Iseo, sfiorando Montisola fino a raggiungere Sulzano, seguendo “la luce”) è condizione fondamentale per avere una chance di arrivare in fondo.

Un’altra capacità condizionale necessaria con cui occorre avere confidenza è la forza muscolare: in alcune rampe del percorso in bicicletta con pendenze vicine al 16%, o nell’ultimo tratto di ascesa su sentiero alpino per arrivare ai 2600 mt di altitudine del rifugio Paradiso, la forza degli estensori che fanno salire centimetro dopo centimetro il baricentro è fondamentale (I mie amici della Virtus di Senago sanno quanto “rompo” su questa cosa! ). Durante la salita pensavo ai gradoni e ai burpees jump fatti nelle sere d’inverno nelle sedute di Tabata training del lunedì, agli esercizi di core stability e a quelli di tonificazione muscolare.

Non so se mi sono spiegato bene ma penso che abbiate capito: leggerezza non vuol dire superficialità. Quindi la preparazione ad un appuntamento come l’extreme triathlon  parte da molto lontano.

Da raccontare di particolari di una gara che per me è durata poco meno di 18 ore, ce ne sono tantissimi: 

  • Anche prima della gara, quando alla cerimonia della consegna dei pettorali lo speaker annuncia: “tra voi c’è uno che domani farà il suo esordio nel triathlon!” E chi poteva essere? Il Lele compagno d’avventura della Virtus (naturalmente applausi a scena aperta)
  • La bellezza del cielo che, mentre si nuotava verso Sulzano, schiariva e dava luce alle montagne e ai paesi sulle rive del lago
  • lo sguardo d’intesa con la Madonna della Ceriola il Santuario in cima a Montisola.
  • Il crinale che porta da Trivigno al passo del Mortirolo con vista mozzafiato tra la val Camonica e la Valtellina.
  • La “brutta bestia” del Passo Gavia che sembra non finire mai, con la galleria semi-buia dentro la quale i pensieri negativi emergono con violenza e non vedi l’ora di rimettere la testa fuori.
  • Le strategie alimentari studiate a tavolino con l’appuntamento con la boccetta miracolosa contenete semi di chia, acqua e succo di limone (i Taraumara insegnano!) le patate lesse e l’uovo sodo.
  • Quando finalmente scendi dalla bicicletta e pensi: il più è fatto, cercando di non pensare al grafico altimetrico del percorso della corsa.
  • I colori del tramonto dopo il temporale sull’ultima ascesa
  • La compagnia discreta di Berny il supporter-genero nelle ultime ore del viaggio
  • Gli sguardi preoccupati di Lucia, mia moglie, soprattutto al Passo Tonale
  • Il “dai pa’” di Francesco e il cinque dato da Emma, due dei quattro figli che mi hanno accompagnato in questa giornata
  • La forza che nasce dal sapere che all’arrivo c’è qualcuno che ti aspetta
  • Gli amici a casa che in qualche modo porti con te, soprattutto quelli che stanno veramente soffrendo (e non faticando come me).

P.S. per gli amici del Virtus Triathlon:

La strada è stata aperta.  Adesso tocca a voi!!!